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Grotta del Castillo – Dario Spampinato

5.00 out of 5

16,00 

“La Grotta del Castillo” è un viaggio iniziatico che esplora le profondità della realtà umana e trascendente attraverso un mosaico di simboli e narrazioni. L’autore intreccia elementi della geometria sacra, come esagrammi e clessidre, in un tessuto narrativo che sfida la percezione tradizionale del tempo e dello spazio.

 

Category: Climax

Descrizione

“La Grotta del Castillo” è un viaggio iniziatico che esplora le profondità della realtà umana e trascendente attraverso un mosaico di simboli e narrazioni. L’autore intreccia elementi della geometria sacra, come esagrammi e clessidre, in un tessuto narrativo che sfida la percezione tradizionale del tempo e dello spazio. Ogni capitolo è un passaggio, una porta verso una nuova dimensione di comprensione, dove segni e simboli si trasformano in guide per l’anima errante.
In questo labirinto di idee e riflessioni, il lettore viene condotto in un viaggio attraverso la clessidra del tempo, dove la sabbia scorre tra due mondi, simboleggiando la transizione incessante tra diverse realtà e dimensioni. Il libro invita a un’esplorazione del sé e dell’universo, dove la ricerca della conoscenza è un percorso tanto individuale quanto universale.
Una sfida al lettore a considerare le proprie percezioni e convinzioni. Dove il viaggio dell’eroe si trasforma in un viaggio interiore, un’avventura nel cuore dell’essere.

ISBN: 978-88-947883-1-0

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 19 × 13,5 cm

2 reviews for Grotta del Castillo – Dario Spampinato

  1. 5 out of 5

    Un viaggio molto interessante, ricco di riflessioni particolari non solo sui simboli e sulla Grotta ma anche sulle profondità dell’Anima….
    Consiglio a tutti di leggerlo

  2. 5 out of 5

    Con matita vien corigando ed eseguendo il suo figuramen, da cui aleggiano onduloidi
    ierofantici quasi ipnotici. “lero”, intendo non solo come “sacro”, bensì veemenza. Un
    poema con ampia vena solipsistica che offre un’Epifania-Teofania che il poeta Dario ha già
    esperito e puntigliosamente seguita a cercare e tiene a titillarci e a indicarcene la
    percorrenza. Una percorrenza che, quando non didascalizza con il gioco della meraviglia,
    genera aloni di riflessi sensibili fino a punteggiare il neuma. Un’onda torrentizia che
    cavalca un linguaggio che non è un linguaggio, ma verbatim uno iero-segno, una
    figuratività ammiccante e sollecita, non carezzevole, bensl spesso caparbiamente
    trascinante sebbene non voglia darlo a vedere. Mi viene in mente, così per pura libera
    asociazione d’idee, E. A. POE con la sua vertiginosa EUEKA. cosmologia succhiona come
    un buco nero Anche Dario succhia per farmi entrare nella sua chiarità inedita. Quando
    entra nel genere didattico, mi pare quasi di vederlo, ammicca sorride e provoca.
    L’esperienza purgatoriale della sua degenza in ospedale, in compagnia coi suoi pensieri
    che mai l’abbandonano e che dopo poco gli danno la luce, è uno dei brani più profondi,
    giacché non esclama, non didascalizza, non sentenzia, non propone chiavi, non ne ha
    bisogno Si limita a descrivere quei momenti minuziosamente con l’acribia di uno chef. E’
    fedele all’apostolico “In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum et Deus erat
    Verbum” Da qui la parola, il linguaggio, il segno … che uccide, sì, ma al contempo ricrea e
    fecondamente va generando/si.
    P S. Pur avendo ricevuto un’educazione religiosa, pur avendo letto il TRATTATO DELLE
    RELIGIONI d1 MIRCEA ELIADE, resto un agnostico vagamente “pervertito”. Proprio
    questo mi ha permesso di leggere, sia pure in una sintonia asimmetrica, il poema
    spirituale di Dario, che mi ha divertito ma, si badi bene, divertito nel senso etimologico
    della parola latina (dis-vertire: volgersi altrove) e per un po’ sono stato nell’alveo
    dell’Altrove.

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